DEFINIZIONE -- La pancreatite acuta è una flogosi acuta del pancreas, causata dall'attivazione enzimatica intrapancreatica e caratterizzata all'esordio da dolore addominale con aumento degli enzimi pancreatici nel sangue e nelle urine.
CAUSE -- I fattori che possono essere implicati sono numerosi. I più frequenti sono rappresentati dalla litiasi biliare (16 – 70%) e dall’alcolismo (4 – 60%). Queste due condizioni sono da sole responsabili del 60 – 90% di tutte le pancreatiti acute. Altre cause possono essere le forme secondarie a manovre terapeutiche o diagnostiche invasive (colangiografia retrograda, angiobiopsia pancreatica). Non esiste comunque relazione tra l'eziologia e la gravità.
GENERALITA' --Sintomi -- Il dolore intenso, che raggiunge la sua massima intensità in poco tempo, mantenendosi al livello più elevato anche per 48 ore. La localizzazione è epi-mesogastrica, con irradiazione ai fianchi (dolore a sbarra) e al dorso (dolore a cintura); in genere peggiora in posizione supina, mentre migliora se il paziente assume posizione fetale o semiseduta. Segue per frequenza il vomito: compare insieme al dolore, inizialmente riflesso, alimentare, quindi da ileo paralitico. Un terzo gruppo di segni e sintomi deriva dall’ileo paralitico, secondario alla peritonite: addome disteso, scarsamente trattabile, ipoperistaltico, dolente alla palpazione.
I sintomi generali sono tanto più evidenti quanto più grave è le forma di pancreatite. Il sensorio appare obnubilato. Subittero o ittero, quando presenti, possono indicare una genesi biliare, oppure compressione coledocica da parte della testa del pancreas. La febbre inizialmente incostante, in seguito può indicare l’infezione di focolai necrotici. Frequente è la tachicardia, dovuta ad ipovolemia. Possono rivelarsi tachipnea o dispnea, nelle prime fasi sono secondarie al dolore, all’iperpiressia e tardivamente conseguenti ad un’insufficienza respiratoria. Altri sintomi sono quelli di versamento pleurico, specialmente a destra (30%).
DIAGNOSI -- La clinica va interpretata alla luce dell’anamnesi (spesso positiva per litiasi biliare, etilismo, o per recente abuso alimentare o alcolico) del laboratorio e soprattutto della diagnostica di “imaging”. Va differenziata da un’ulcera peptica perforata, dall'occlusione intestinale, dall'appendicite acuta, dall'infarto mesenterico, dall'infarto miocardico, dall'aneurisma aortico in rottura.
Fra gli esami di laboratorio, l’amilasi è il meno specifico degli enzimi, ma è molto sensibile. Essendo più sensibili che specifiche sono più utili per escludere la pancreatite che per diagnosticarla; sono infatti aumentate in corso di parotiti, perforazione gastrica o duodenale, neoplasie polmonari, celiachia. La lipasi è più specifica e andrebbe utilizzata con maggior frequenza.
L' ecotomografia, la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica consentono: la conferma diagnostica della malattia, la definizione morfologica del danno, la valutazione del grado di diffusione peripancreatica, la ricerca di complicanze ed il controllo evolutivo a distanza.